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Clotilde Leguil ci porta dietro le quinte dell'elaborazione lacaniana partendo da una correlazione segreta e paradossale con la filosofia sartriana dell'esistenza. Se il rapporto di Lacan con Sartre è simile a una relazione pericolosa, è perché c'è il rischio di un equivoco e di un malinteso: l'esistenzialismo sartriano nega la dimensione dell'inconscio mentre la prospettiva lacaniana introduce lo strutturalismo in psicoanalisi per ripensare l'inconscio freudiano. Lacan non indietreggia davanti a queste antinomie. Reinveste i concetti della filosofia esistenziale per far suonare loro un nuovo spartito, quello dell'esperienza analitica come esperienza soggettiva. Con le nozioni di desiderio, di mancanza e d'angoscia, la psicoanalisi lacaniana sostiene nel XXI secolo l'irriducibile singolarità dell'essere parlante.